Vitigni: 100% Nebbiolo
Categoria: Barbaresco DOCG
Nazione: Italia
Regione: Piemonte
Formato: 0, 75 l
Alcol: 14,5%
Temperatura di sevizio: 16-18°C
Il Barbaresco Basarin 2019 di Adriano Marco e Vittorio è un’autentica espressione della maestria enologica che emana dalle colline di Neive, in una delle terre più vocate per la coltivazione del Nebbiolo. Il nome “Basarin” evoca il cuore stesso di questo vino, un cru situato a sud-est, baciato dal sole, a un’altitudine di 300 metri sul livello del mare.
I vigneti, abbracciati da 5,2 ettari di terreno, con un’età media di 20 anni, crescono su marne di Sant’Agata, un suolo ricco di limo e argilla che dona al Nebbiolo la sua caratteristica eleganza e complessità.
La vendemmia, eseguita manualmente nella seconda decade di ottobre, è un tributo alla pazienza e alla perizia. La vinificazione è un processo naturale, con fermentazione spontanea in vasche d’acciaio inox, seguita da una macerazione a cappello sommerso che dura circa 20 giorni. La fermentazione malolattica è altrettanto spontanea in acciaio. Dopo un primo affinamento di 12 mesi in botti di rovere, il vino continua a maturare in bottiglia per ulteriori 9 mesi.
Il Basarin è un vino che invita all’esplorazione culinaria, offrendo una vasta gamma di esperienze sensoriali uniche.
Un vino rosso granato intenso, che nel corso degli anni sviluppa sfumature aranciate. Il profumo seduce con note di violetta e rosa canina, mentre un bouquet inebriante di spezie, liquirizia e confettura cipriata completa l'esperienza olfattiva. Il sapore è asciutto, gentilmente tannico e armonico, una gentile robustezza che rivela consistenza e straordinaria aristocrazia.
Colore: rosso granato intenso, che nel corso degli anni sviluppa sfumature aranciate
Profumo: note di violetta e rosa canina, mentre un bouquet inebriante di spezie, liquirizia e confettura cipriata completa l'esperienza olfattiva
Gusto: sapore è asciutto, gentilmente tannico e armonico, una gentile robustezza che rivela consistenza e straordinaria aristocrazia
Abbinamenti enogastronomici: cinghiale al "civet" o tagliatelle con ragù d'anatra. Ma c'è spazio anche per l'innovazione: provatelo con un filetto alla liquirizia con cipolle di Tropea o abbinatelo a un dolce come una torta alle rose o uno zabaione al Barbaresco. L'attesa è il piacere stesso con il Basarin, che può essere goduto appieno fino a 15 anni dopo la vendemmia.